LA STELLA D'AFRICA - IL DIAMANTE GREZZO PIU' GRANDE MAI SCOPERTO

La Stella d'Africa è il diamante grezzo più grande che sia mai stato trovato, dell'incredibile peso di 3.106,75 carati, equivalenti a più di 6 etti. Il suo valore? Incalcolabile.

 

La storia legata al ritrovamento di questo diamante, ormai divenuto un pezzo di storia indelebile, è avvolta, come si confà alle leggende più celebri, nel mistero.

Non è chiaro, infatti, chi sia lo scopritore di questo grosso pezzo di carbonio purissimo, ma si dice che sia stato un pastore griqua, una popolazione nativa sudafricana, in modo del tutto casuale nel 1869. La cosa sembrerebbe quanto meno singolare, se si pensa agli enormi sforzi che si devono compiere normalmente per estrarre pochi carati di diamanti grezzi dalle miniere, ma di certo attribuisce un certo fascino alla leggenda.

Si dice, inoltre, che questa pietra, di formidabile bellezza anche da grezza, sia stata notata da un proprietario terriero boero, che decise di acquistarla dal pastore, dopo ore di lunghe trattative, in cambio di un cavallo, dieci buoi e cinquecento pecore. Una piccola fortuna, insomma.

Successivamente, nel 1905 entrò in possesso del direttore di quella che da quel giorno divenne la miniera di diamanti più famosa del mondo, di proprietà di Sir Thomas Cullinan, che diede il suo nome a questo diamante eccezionale.

Un paio d'anni dopo la pietra grezza venne tagliata da una storica ditta di tagliatori di Amsterdam, che ne ricavò ben 105 diamanti di varie forme, di cui i primi 9, i più grandi, denominati con il nome Cullinan seguiti da un numero progressivo, fanno tutti parte dei gioielli della Corona Britannica.

Il Cullinan I, per esempio, più di 530 carati ed un taglio a goccia inconfondibile, venne incastonato nello scettro di Sant'Edoardo, il più alto simbolo del potere temporale del sovrano inglese, mentre il II venne usato nella corona imperiale di stato, usata nella cerimonia di incoronazione.

 

La storia che sta dietro alla scoperta di questa pietra eccezionale forse non verrà mai chiarita del tutto, e probabilmente non potremo conoscere il nome di quel fortunato pastore, o dei suoi discendenti. Ma ci piace pensare che uno dei suoi pronipoti, accoccolato contro un albero a controllare il suo numeroso gregge di pecore, magari guardando un servizio della BBC sul suo tablet, possa sorridere ironicamente ammirando la meravigliosa corona che porta Elisabetta II sul capo.

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